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   Piz Cambrena, per il Vadret dal Cambrena e la cresta NE + Forcula dal Caral, 31/05/2014
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Onicer  Giacomo cordamolla      
Gita  Piz Cambrena, per il Vadret dal Cambrena e la cresta NE + Forcula dal Caral
Regione  Svizzera
Partenza  500 mt. dal P.so Bernina vs Pontresina  (2240 m)
Quota arrivo  3606 m
Dislivello  1750 m
Difficoltà  BSA+
Esposizione in salita  Nord-Est
Esposizione in discesa  Nord-Est
Itinerari collegati  Piz Cambrena (3606m), per il Vadret dal Cambrena e la cresta NE
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Integro i report recenti già presenti per segnalare qualche dettaglio in più su questo itinerario.
Ho lasciato l’auto appena prima della partenza della strada che porta alla cava (divieto di transito su quest’ultima). A piedi, passando a valle del muretto della diga del lago Bianco son arrivato alla prima neve giusto in prossimità della cava (credo la strada venga pulita tutto l’anno). Qui si possono calzare gli sci su uno strato già consistente di neve (direi sui 50 cm).
Il primo tratto fino alla base del ghiacciaio è su neve estiva a buchette, ben salibile comunque anche senza rampanti (almeno sabato, partenza ore 6:50 dall’auto con temperatura -1.5 °C). Da lì, su fondo più regolare, si arriva fino alla terminale del pendio SE (crepacci sul vadret da Cambrena inesistenti per ora e sguardo malinconico verso le ormai estinte seraccate).
Alla terminale si può comodamente cambiare assetto (sci e bastoni sullo zaino – piccozza utile e ramponi altamente consigliati). Quasi subito bisogna attraversare da sx a dx (salendo) un tratto breve di roccette, facile ma abbastanza delicato . Si può passare in 3 punti diversi, io in salita son passato a metà altezza ma credo che il top sia in basso poco sopra la terminale (fatto in discesa senza ramponi). Il pendio poi lo si affronta vicino alle rocce di sx, stando attenti che iniziano ad aprirsi due piccoli crepacci perpendicolari alla direzione di marcia. Appena il pendio si allarga ci si sposta tutto a sx portandosi finalmente fuori dalle possibili scariche della grossa cornice (ben visibile anche dalla strada poco prima del passo Bernina lato Poschiavo).
Giunti sul colle su panettone nevoso senza crepacci si va facile in vetta (io ho tenuto gli sci a spalle ma consiglio di ricalzarli).
Discesa prima parte con farina pressata molto godibile poi pendio ripido (ma non troppo, direi a occhio sui 40°) ottimamente sciabile su remollo giusto (ore 10:20 circa). A metà pendio consiglio di allargarsi un po’ a sx (scendendo) potendo così scongiurare i possibili rischi dei 2 crepaccetti sopra citati. In basso si possono togliere abbastanza comodamente gli sci (almeno con la neve di oggi, forse con neve gelata può diventare complicato). Ripassata la fascia rocciosa (senza ramponi come segnalato sopra) si possono ricalzare gli sci e si passa la terminale su un ponte per ora solido e abbastanza largo.
Lasciata a malincuore la paretina NW del Caral (in ottime condizioni di neve rosata, prende sole dalle 10 circa) ad un’altra volta (ero un po’ cotto dalla quota visto anche che era la quarta gita della stagione per me) son sceso sul ghiacciaio su ottima neve trasformata.
Giunto alla base del ghiacciaio presso il laghetto (ancora gelato – quota di 2500 m), visto che stavo bene, son risalito alla placida Fuorcla da Caral (ottima vista sul Varuna). Da lì ancora ottima discesa su neve bella e tratto finale fino alla cava su conchette smollate perfettamente sciabili con un po’ di decisione (giunto alla cava alle 11:40).
In zona una decina di persone sul Cambrena, solo io alla Fuorcla Caral. Vista gente sul Palù, 2 ragazzi han tentato la salita al Cambrena dall’omonima forcella ma han desistito a metà (a loro detta bad rocks..) scendendo comunque il canale dalla forcella sci ai piedi (ottime condizioni e terminale passabile bene). Altra gente vista sul Sassal Mason (forse però han fatto solo l’anticima) e nessuno sul Piz Caral.

L’itinerario mi è piaciuto un sacco: ripido ma non troppo, esposto ma non troppo, alpinistico ma non troppo…. Insomma l’ideale per godersi l’ambiente di primordine della zona. Forse sulla valutazione itinerario eccezionale influisce il fatto che vengo praticamente da un anno di sosta forzata però a mio avviso almeno ottimo ci sta. Ho lasciato BSA+ sulla valutazione perché OSA lo vedo un po’ troppo, poi ognuno tragga le sue conclusioni (forse sarebbe meglio usare scale di difficoltà un po’ più moderne - il tratto ripido credo possa essere 3.3/E2).
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