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Monte Chierico, ENE e pala Sud, 15/03/2014 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | fabiomaz |
Gita | Monte Chierico, ENE e pala Sud |
Regione | Lombardia |
Partenza | Carona, staz. arrivo seggiovia (1550 m) |
Quota arrivo | 2535 m |
Dislivello | 1200 m |
Difficoltà | OSA |
Esposizione in salita | Est |
Esposizione in discesa | Est |
Itinerari collegati | Monte Chierico (2535m), per il versante SW |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 3 - Marcato |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | La pala era un sassolino che volevo togliermi e me lo sono tolto, anche se le condizioni non sono consigliabili. Se continua questo caldo fra una settimana anche per quest'anno è andata.
Partito presto da Foppolo con l'idea di scendere Vescovo e la pala del Chierico, mi ritrovo a puntare invece direttamente verso il secondo, preso atto di quanto la montagna sia massacrata dalle valanghe di fondo e pertanto con l'idea di scendere molto presto la pala senza aspettare il remollo. Alle 7.15 sul pendio est del Vescovo, dal labbro di un precedente distacco, parte un'altra discreta slavina. Intanto però sono già sci in spalla in vista della vetta. La cresta sudest del Chierico è l'unico modo sicuro di arrivare alla vetta, però è per buona parte senza neve e la poca neve rimasta è o cornice o quello che è rimasto attaccato di distacchi già scesi. Arrivo in cima ed è oggettivamente molto presto. Si vede che l'inquietudine mi ha messo le ali meglio della nota bevanda energizzante. La parete nord est è già assolata e sembra in ottime condizioni. Ricordo che si era detto che questo pendio, pur molto invitante, nasconde molti sassi. La neve però è una liscia crosta portante, appena addolcita dal sole velato. Non entro in parete diretto - evitando i primi metri di neve farinosa - ma ritorno alla spalla, dove le tracce di una precedente discesa si perdono in un grosso distacco. Belle curve fino ai laghetti di Caldirolo, poi risalgo verso il canalino che chiude la valletta e, con picca e ramponi, riguadagno la cresta e torno in vetta. Si sono fatte intanto le nove. La neve sulla pala è ancora marmo e purtroppo è molto lavorata dal caldo. Decido comunque di scendere subito, così la sciata si rileverà piuttosto spezzagambe e non troppo divertente, anche se più adrenalinica di quanto la pendenza paciosa (35°) non consentirebbe. Il passaggio più ripido suona improvvisamente vuoto sotto le lamine. Mi levo di impiccio con un breve traversino e riprendo a curvettare, in stile molto old school, fino alle piste. Colazione al Mirtillo, cazziatone del Piero, e la giornata di sci pistaiolo può cominciare. |
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