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Monte Pizzul Sponda Vaga, 19/05/2013 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | mario-bi |
Gita | Monte Pizzul Sponda Vaga |
Regione | Lombardia |
Partenza | Lizzola (1258 m) |
Quota arrivo | 2071 m |
Dislivello | 813 m |
Difficoltà | BS |
Esposizione in salita | Ovest |
Esposizione in discesa | Ovest |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Farinosa |
Altra neve | Farinosa |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento |
Senza fretta...è l'ultimo giorno. Anche se spesso l'aveva pensato mai avrebbe immaginato che questo sarebbe stato il suo ultimo giorno. Come ogni volta, prima di partire per la montagna, con giusta e religiosa lentezza cominciò la giornata con una doccia. L'acqua che scroscia e inonda, amava dire, purifica il corpo e prepara all'azione. Più che un'abitudine, un rito, e, tra quelle che normalmente pensiamo come piccole cose, questa invece di grande importanza. Così la vestizione, novello o mancato torero che fosse, prima dell'ennesima e forse ultima corrida, e , subito dopo , la necessaria e anch'essa godibile colazione. Ora ricca, ora saporosa. Un po' meno il viaggio comunque carico e debordante di aspettative, breve in andata e normalmente interminabile al rientro ma anche stavolta necessario a trovare un accesso e da lì iniziare una nuova salita. La meta al solito era diversa, la valle sconosciuta. Così faceva, così era, sempre lui a dirlo, il suo modo di andare incontro a ciò che è sconosciuto e quindi all'avventura. Tutto in un giorno. Salire là dove non si sa, come per aiutarsi, pare folle ed incredibile, a capire ciò che si è, cercando, a ragione e con ragione, piccolo veliero, di farsi largo nell'oceano dell'irrazionale, tra gioie, inquietudini, paure e irragionevoli incapacità , per riconoscere e forse discernere , ciò che nel suo animo era grandioso e alto per intuizione e piccolo, meschino e ipocrita, per prassi. Amava, nonostante i forti limiti, lavorare su se stesso e ricercare una rotta per essere migliore, estorcere, tirar fuori, qualcosa di buono da sé. Pensava che la meraviglia della vita fosse a disposizione di ognuno e quindi anche per sé. Bastava solo trovare il mezzo per toglierla dalle ombre (anche le proprie) e ridarla alla luce. Alla consapevolezza. Afferrarla. Anche oggi si accompagnava a colei, Ginevra, che con profonda tenerezza diceva fosse la sua fidanzata e che poco prima, per saldare la vetta ai ricordi, aveva baciato, lasciandola insieme subito dopo. Pochi metri sotto, ora è Ginevra a raccontarlo, eccolo saltare oltre la cresta su quel manto che fresco e immacolato pareva respingerlo e nello stesso tempo, aspettarlo. Una, due, tre, ancora qualche curva poi il boato, il vento e la cornice che scivola verso di lui e lo travolge. Il dopo, tutto il dopo, ansie, paure, disperazioni, soccorsi, non serviranno a nulla. Dal nulla (forse) era venuto, nel nulla (f orse) è tornato. Lascia la figlia che molto ha amato e insegnato e la sua fidanzata con la quale molto a condiviso e cercato di condividere. Spero, diceva ancora lui, citando uno dei suoi padri, di reincontrare nell' aldilà tutti i miei amori. Se ricongiunzione vi sarà, allora sì, che sarà una bella festa. Senza fine, senza durata. Gita effettuata il 23-03-13 |
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