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Cime Verta e Pomodoro, tendendo l'orecchio alla valle Albano, 24/10/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Vezz |
Gita | Cime Verta e Pomodoro, tendendo l'orecchio alla valle Albano |
Regione | Lombardia |
Partenza | Rifugio Il Giovo (1706 m) |
Quota arrivo | 2078 m |
Dislivello | 370 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Sommafiume, non custodito |
Attrezzatura consigliata | Cannocchiale per meglio immaginare |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Dal dossone su cui è posto il rifugio Il Giovo, la depressione della valle Albano appare più profonda e inospitale di quel che forse è. Dal fondo nel quale scorre il torrente, prendo a salire con lo sguardo imbattendomi in un ombroso ma variopinto bosco di faggi, conifere e betulle. Più su, dove la vegetazione più fitta lascia spazio alla brughiera, è tutto uno scintillare dorato, almeno fino a quando, con linea netta e decisa, fa la sua comparsa la bianca neve, la prima di quest'anno. Proseguendo, compaiono i profili dei monti, dal Gino al Bregagno. Ancora più su, quasi precisamente allo zenit, il sole del mezzogiorno.
In questa atmosfera intrisa di precarietà, respiriamo a pieni polmoni l'aria dell'ultima giornata lunga dell'anno, inebriandoci delle emozioni che la montagna silenziosamente dona nel favoloso mese di ottobre. La mulattiera che taglia la costa dei monti di confine è la nostra iniziale via per quest'oggi: attraverso di lei contiamo di raggiungere l'alpe Sommafiume per poi spingerci oltre, forse e chissà. Tra uno scatto e una ripresa, ci godiamo il tepore e la serenità del momento. Le dormienti case dell'alpe Albano, con il loro ancor verde tappeto d'erba e lo scrosciare di una fontana, sono luogo ideale per una sosta mangereccia. Non ci fermiamo invece a Sommafiume, procediamo bensì oltre, sulla vecchia strada militare che, con pendenza lieve e costante, si dirige verso l'omonima bocchetta, valico ideale per uno sconfinamento svizzero. Calpestiamo la spruzzata di neve dei giorni scorsi e, voltandoci, ne ammiriamo il candore contrastare con i prati intorno. Per la cima Verta rimane da compiere l'ultimo sforzo: cinque o sei tornanti, forse qualcosa in più. Ne varrà sicuramente la pena, dal momento che è sita a cavaliere tra la Albano, la Cavargna e la vallata svizzera. Così è, infatti: indispettiti solo un poco da una tenace velatura nuvolosa, contempliamo le distese di erbe che formano la base della piramide del pizzo di Gino da una parte, e la dorsale Garzirola Stabbiello, dall'altra. Sulla via del ritorno, ne approfitto per inerpicarmi e traversare (qualche passo esposto) la cuspide della curiosa cima Pomodoro, proseguendo poi oltre fin alla bocchetta d'Albano, laddove vengo colto dal fugace bagliore di un roseo tramonto. Proseguiamo quindi insieme sulla comoda mulattiera. A guidarci, le prime puntiformi stelle, a rabbrividirci e commuoverci, gli insistenti bramiti dei cervi. Sono loro i padroni della valle e noi, pur con l'orecchio teso e in sintonia con il territorio, siamo solo ospiti simpatizzanti per la natura ed il creato. FOTO: 1- Il profondo, ma solo apparentemente inospitale, solco della valle Albano. 2- In marcia verso Sommafiume. 3- Sulla cima Verta (o motto della Tappa), con alle spalle la Cavargna. |
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