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   Il Pizzaccio, per Laguzzolo e il lago Grande, 13/09/2013
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Gita  Il Pizzaccio, per Laguzzolo e il lago Grande
Regione  Lombardia
Partenza  Olmo  (1056 m)
Quota arrivo  2591 m
Dislivello  1700 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  fotocamera, inclinazione alle ravanate, pila frontale
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Pomeriggiata al Pizasc. Che nel mio personale lessico è da intendere come "partenza all'ora di pranzo e rientro, si spera, col buio".
Da solo. Che nella mia personale accezione significa "zero soci poichè trattasi di giorno infrasettimanale; vado in esplorazione dove e come mi pare e piace".

Il Pizzaccio è cima aguzza adiacente al passo della Forcola, sulla destra orografica della val Chiavenna, ben individuabile, ad esempio, dalle rive del lago di Mezzola. Di scomodo accesso e fuori dalle tratte più battute. Un'ipotesi di partenza è la chiesa di Olmo, laddove il sentiero, confondendosi inizialmente tra i vicoli del paese, prosegue poi alla volta delle case di Zecca. Con un po' di intuito si ignora la traccia principale per Lendine, affidandosi ad un'altra, meno calcata, che prosegue verso sud. Quest'ultima si inoltra in un'ariosa pineta che si fa da parte solamente nelle immediate vicinanze del borgo di Laguzzolo. La balconata è invidiabile, la disposizione e la struttura delle baite un po' meno. Sosto qualche attimo in cerca di graziosi scorci: devo accontentarmi del meno peggio. La luce pomeridiana e le troppe nubi nel cielo, inoltre, non rendono giustizia al vasto panorama.
Studio il da farsi. Opto per una capatina al lago Grande. Lo raggiungo con una quindicina di minuti di sentiero bollato. La location è finalmente all'altezza delle aspettative: uno (o meglio due) specchio d'acqua contornato da larici, sorvegliato a meridione dal monte Mater, ad occidente dal Pizzaccio e a settentrione dalla costiera Papalin-Torto. Ammiro lo spettacolo, maledico ancora una volta tra me e me la luce pomeridiana e proseguo. L'intenzione è quella di evitare la discesa a Lendine e tirar dritto verso la meta... sarà fattibile? No ovviamente. O forse sì, a patto di possedere la stessa incredibile agilità del capriolo che mi ha appena attraversato la strada.
Dopo un'ulteriore ravanata tra erbe ed arbusti, mi decido a tornare sui miei passi: sono le quattro passate quando raggiungo il dosso erboso dell'alpe Lendine: un'invisibile voragine melmosa mi dà il benvenuto risucchiandomi la scarpa destra.
Prendo a salire una ripida costa prativa che in circa un'ora mi deposita nella conca che ospita il lago Caprara, alle immediate vicinanze del Pizzaccio. Trecento metri mi separano qui dalla cima; l'ora è tarda, la discesa lunga, la gita dell'indomani impegnativa... che fare?
Infischiarsene naturalmente!
Mi alleggerisco dello zaino, gonfiandomi le tasche con il necessario per il tanto desiderato spuntino di vetta. Prendo a salire i chiari risalti rocciosi. Uno ad uno, di petto (gli ometti sono invece dislocati lungo la cresta nord-ovest). La fatica affiora, ma la ricaccio indietro immedesimandomi in un oggi celebre skyrunner spagnolo. In breve sono di fronte alla cuspide finale che, con passaggi di II-III grado mai veramente esposti, permette di accedere alla cima. Le vedute sono ampie, ma gli occhi, privi di reali punti di riferimento, fanno fatica a focalizzarle: l'adiacente pizzo della Forcola è troppo scuro per essere apprezzato, la Mesolcina svizzera non mi ha mai intrigato, lo Stella e il Masino indistinti e lontani. Rimangono il Mater e i paesini di fondovalle a catalizzare l'attenzione.
I millecinquecento metri di discesa non saranno traumatici come avrei pensato, anzi, fileranno via lisci. Come liscia e inarrestabile è la transizione dalla luce pomeridiana a quella serale e, infine, al buio.

TEMPISTICHE REALISTICHE:
Olmo-Zecca: 10 min
Zecca-Laguzzolo: 1.20 h
Laguzzolo-Lago Grande: 20 min
Lago Grande - Alpe Lendine: 25 min
Alpe Lendine - Lago Caprara: 1.20 h
Lago Caprara - Pizzaccio: 45 min
Pizzaccio - Lendine - Olmo: 2.30 h

CONDIZIONI INCONTRATE:
Pomeriggio assolato con tuttavia numerosi passaggi nuvolosi in cielo. Sentieri bollati ma con scarse indicazioni (specialmente quello per Laguzzolo). Salita al Pizzaccio in linea retta fino alla cresta nord-est con buona roccia, rientro per breve tratto su cresta sud-est e cengia di raccordo sul versante est.
Larici ancora ben verdi, minime commoventi screziature giallo-oro talvolta presenti. Ad averci il tempo, possibile grande abbuffata di rari mirtilli settembrini. Freschino ma non freddo. Alpeggi quasi completamente disabitati. A Lendine è possibile scambiare quattro chiacchiere con un pastore dall'aria gentile.
Consiglio: meglio al mattino, concedendosi le dovute pause contemplative.

FOTO:
1- Il lago Grande contornato dai larici.
2- La conca del lago Caprara.
3- Dalla vetta, panorama sulla Valchiavenna lambita dalle ombre.
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