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   Monte Spondascia, 31/08/2013
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Onicer  4su13   
Gita  Monte Spondascia
Regione  Lombardia
Partenza  Lago di Campo Moro (Lanzada)  (1990 m)
Quota arrivo  2870 m
Dislivello  1150 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Zoia
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Incuriositi dal racconto entusiasta di un amico, decidiamo di provare la traversata panoramica dello Spondascia - cima mai considerata prima, ad essere sinceri... - seguendone tutta la cresta: non ci siamo pentiti! Lasciata la macchina all'ampio parcheggio di Campo Moro, superiamo il rifugio Zoia e la palestra di arrampicata poco sopra; subito dopo, ben segnato con cartello e vernice, c'è il bivio per la nostra meta. Risaliamo la dorsale - dapprima erbosa, poi sassosa - seguendo gli abbondantissimi segnali verniciati (presenti per tutto il tragitto) fino al laghetto di quota 2516 m, poi proseguiamo nella valletta soprastante tra massi e rocce fino alla conca di quota 2695 m. Qui, davanti ad un'altra limpidissima pozza d'acqua, scegliamo di prendere la traccia meno frequentata che ci porta all'estremo Ovest della cresta (la traccia "ufficiale" sale il canale ad est fino alla bocchetta sulla val Poschiavina), da dove puntiamo poi alla vetta superando facili rocce e roccette (per brevi tratti un po' esposte); aggirando verso Nord l'ultima balza, guadagnamo rapidamente la cima, che altro non è che un largo e roccioso balcone panoramico sul gruppo del Bernina da una parte e su Pizzo Scalino/Canciano dall'altra, senza trascurare - più lontano - il Disgrazia, oggi tra le nuvole. Saziati gli occhi, scendiamo alla bocchetta che guarda verso la Val Poschiavina, seguendo la chiara traccia (a tratti attrezzata con catene, qui tutto sommato inutili in condizioni di bel tempo), per poi proseguire in cresta verso il passo di Campagneda. L'avanzata è abbastanza varia, passando da ampie dorsali rocciose a stretti e ripidi canalini in detrito, con i passaggi più esposti resi sicuri dalla presenza di lunghe catene; i segnavia continuano abbondanti, e non ci fanno dubitare sul percorso. Stando ora sul filo di cresta, ora spostandosi un poco a Sud, ora un poco a Nord, alterniamo lo sfondo panoramico, comunque sempre ampio e appagante, fino a raggiungere l'arco ligneo del passo di Campagneda. Poi una semplice discesa lungo l'omonima valle, toccando i numerosi e splendidi laghetti che la punteggiano, fino all'alpe Campagneda; qui la deviazione per Campo Moro (all'altezza del ponte in legno sulla pista sterrata) ci riporta brevemente alla macchina dopo quasi sei ore di cammino (di cui due orette dalla cima al passo di Campagneda).
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