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Dito Dones - Via del diedro obliquo, 15/04/2022 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Drago di lago |
Regione | Lombardia |
Partenza | Ballabio (750m) |
Quota attacco | 960 m |
Quota arrivo | 1100 m |
Dislivello | 150 m |
Difficoltà | AD+ / 6a+ ( 5c obbl. ) |
Esposizione | Sud |
Rifugio di appoggio | |
Attrezzatura consigliata | 12 rinvii e una corda da 50 o due mezze da 50. |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Bella arrampicata lungo la parte alta dell'estetico e caratteristico torrione a forma di dito posto poco sopra all'abitato di Ballabio, facilmente raggiungibile e frequentabile un po' tutto l'anno (tranne le calde giornate estive) grazie alla quota, all'esposizione e alla presenza frequente dei venti che mitigano le temperature.
La via ha inizio nella parte superiore del dito, ma per comodità e per allungare l'itinerario si è soliti percorrere i primi tre tiri della via Lunga che parte da un avancorpo più basso, e permette tramite un trasferimento attrezzato con corda fissa di raggiungere l'attacco vero e proprio della via. I tre tiri della via Lunga sono discontinui e al loro termine c'è un trasferimento su cavo metallico che aggira la parete verso sinistra faccia a monte per una trentina di metri, superando la via del Vento, fino a giungere alla base del diedro obliquo; peccato per la fissa perché si sarebbe potuto allestire un traverso. I primi due tiri della via sono i più belli e si svolgono integralmente lungo un diedro fessurato da superare con eleganti movimenti tecnici e a tratti anche fisici, su roccia ottima che in alcuni punti inizia a diventare un po' patinata per i ripetuti passaggi; il terzo tiro presenta una partenza su bella rampa e una sezione dura nell'aggiramento di uno strapiombino (chiave della via, azzerabile) di difficile lettura, mentre l'ultimo tiro ricorda le vie della grignetta, più facile dei precedenti ma con arrampicata mai banale. La chiodatura è buona e ravvicinata, tranne in alcuni punti più semplici dove resta comunque giusta e sicura; ne deriva una via di soddisfazione ed entusiasmante, dall'aspetto dolomitico ma ben protetta. via Lunga 1 - salire la placchetta appigliata uscendo a destra x un canalino da cui poi si risale la paretina a sinistra formata da terrazzini tenendosi sempre sulla sinistra (protezioni assenti sull'ultima parte) fino a raggiungere la sosta su comodo terrazzo. (5a) 2 - proseguire diritti facilmente su alcuni massi, percorrere una parte di radura fino a portarsi alla sosta posta verso destra alla base di un vago diedrino. (4c) 3 - salire il diedro che si sviluppa verso destra fin sotto ad un accennato tettino in cui bisogna traversare verso sinistra (chiodatura non vicina e potenzialmente pericolosa; c'è un golfare mimetizzato con la roccia prima del tetto sulla sinistra) (non seguire gli spit di destra che sono quelli della via del Vento). seguono una serie di risalti rocciosi fino alla sosta. (5c) Raccordo: da qui conviene mettersi la/le corde in spalla e percorrere la parte attrezzata che aggira la base della parete verso sinistra assicurandosi con una longe; dopo un primo tratto si perviene all'attacco della seconda parte della via del Vento che va oltrepassato fino ad aggirare lo spigolo della parete e pervenire infine all'inizio vero e proprio della via. via del Diedro Obliquo 1 - portarsi alla base del diedro verticale fessurato e con entusiasmante arrampicata tecnica ed atletica risalirlo fino alla sosta posta su un terrazzino a sinistra. (6a) 2 - continuare nel diedro che si fa via via più ampio ed articolato (un friend incastrato) con arrampicata elegante fino al suo termine, ove si trova la sosta su cengia. (6a) qualche metro più a sinistra c'è un secondo punto di sosta a cui pervenire, collegato da un cavo d'acciaio. 3 - da qui spostarsi a sinistra in corrispondenza di una stretta rampa obliqua che porta sotto ad un tetto da aggirare con passi delicati, forzandolo sulla sinistra per poi rientrare a destra con difficile ristabilimento (6a+), pervenendo più facilmente in sosta (due anelli da collegare) su un terrazzino. (5c) 4 - risalire il muro a sinistra della sosta ignorando il chiodo più sopra che va verso sinistra, e seguire invece lo spit verso destra con passi tecnici e tornando successivamente verso sinistra per vincere un muretto che si fa via via più appoggiato fino a terminare in cima al dito; ignorare la prima sosta e proseguire fino alla croce, dove si sosta. (5c+) DISCESA Si può scegliere se effettuare una doppia nell'intaglio tra dito e Zucco di Teral da cui poi si intercetta il sentiero di discesa oppure se scendere dalla ferrata posta ad est (fare molta attenzione) e poi aggirare il dito verso sinistra faccia a valle ricollegandosi al sentierino di discesa (dapprima sale leggermente verso lo zucco per poi girare a destra e scendere a valle) che in 10 minuti riporta all'attacco della via. |
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