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   Pizzo Coca - Parete Ovest, 15/09/2012
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Onicer  marcomoratti   
Gita  Pizzo Coca - Parete Ovest
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  3050 m
Dislivello  2150 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Coca (ora aperto solo nei fine settimana)
Attrezzatura consigliata  Scarpe con un buon grip
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Questo sabato, ultimo dell'apertura continuata del Coca (che domenica 16 pomeriggio ha concluso la stagione continuata), per vari motivi decido per una solitaria dal solito sapore un po' avventuroso: arrivare in vetta al Coca passando per la parte Ovest asciutta, essendo questa una tipica via da condizioni invernali.

1) Valbondione (900m) - R.go Coca (1891m)
Solita e bella salita lungo il sentiero 301. Partenza 6:40 con 8°C, aria fredda. Primi minuti con la frontale, poi magnifico albeggiare sulle vette e nelle valli. Nulla da segnalare.
Ottima accoglienza al Coca, con un bel caffè caldo e due chiacchiere coi superrifugisti!

2) R.go Coca (1891m) - Pizzo Coca (3050m) via Parete Ovest
Dal rifugio proseguire sino al lago di Coca (30 minuti circa), bellissima perla orobica incastonata tra i giganti. Parete Est di Redorta già illuminata sino a circa metà, il resto ombra.

Si costeggia il lago sulla destra (segnavia per il passo di Coca volendo) e quando si è sotto l'enorme parete ovest del Coca si sale in diagonale per gande erbose e qualche canalino di erba e roccette. Salita senza un percorso preciso, senza difficoltà alcuna, con l'obiettivo di arrivare sotto la parete rocciosa. Rispetto a quanto pensavo il fondo non è mobile e si sale con pendenza costante, ripida a tratti, ma senza problemi.
Superati i primi bastioni che dal lago sembrano un primo enorme gradone, si è nella pietraia basale ai piedi della parete.
La direzione da seguire è chiara, bisogna puntare al canale che scende dalla bocchetta d'Arigna, al termine del quale è presente una macchia di neve. Il primo tratto è tranquillo, sui pietroni si cammina bene e non ci sono né tratti ripidi né ghiaie mobili.

Salendo guardo il primo sperone che ci si trova davanti, ma un attacco diretto è quasi impossibile: le pareti di roccia nera sono piuttosto verticale e lisce. Proseguo costeggiandolo (stando a sinistra del solco che l'acqua e la neve lasciano nel terriccio scendendo dalla macchia di neve su citata). Nel contempo studio il fianco dello sperone: non bisogna avvicinarsi troppo alla neve, oltre al rischio di qualche sorpresa sotto la ghiaia l'attacco non è semplice, così individuo un possibile inizio una ventina di metri della neve. Si parte su placche lisce ed inclinate (II grado), ma con appigli sufficienti per iniziare i primi passi. Procedendo per un po' in aderenza l'inclinazione diminuisce e si sale cercando la via migliore; punto ad un piccolo sperone sopra di me, e per un piccolo canalino di roccia raggiungo questa piccola elevazione.

Si è ora sul filo di cresta che costeggia un profondo e scuro solco (evidentissimo sin dal lago di Coca). Rimanendo sul filo e ponendo attenzione solo alla roccia (che qui assume la tipica conformazione di lame inclinate) si procede senza difficoltà evidenti. Dove la cresta va a morire entro la parete, proseguo un poco a sinistra per rocce sane ma un poco esposte (II grado) per evitare di entrare in canali o tratti dal fondo troppo mobile e malsicuro.

Dopo questi passaggi si dovrebbe fare un grande curvone verso destra attraversando la parete per sbucare sotto la croce ma, salendo, devo cercare la via che mi sembra più semplice ed abbordabile. Salgo così in lieve diagonale a destra, in modo da mantenermi sempre su rocce incredibilmente belle e sane, e in tal modo raggiungo la cresta. Il problema ora è che mi trovo davanti un torrione assai difficile. Il modo per superarlo è evidente: scendendo qualche metro per un canalino sulla destra (fondo buono, gradinato) e poi in traverso alla base dell'elevazione. Aggirato il gendarme, si prosegue poi dentro la parete ovest, inizio a salire verso sinistra per la via di roccia migliore sino alla cresta finale.

Meravigliosa la vista sulla Valmorta. Ora non resta che superare un salto di un paio di metri su placchette. Molta cautela!!! Ora la neve depositata dalle ultime perturbazioni era pochissima (3cm circa) e appigli restavamo puliti ed asciutti. Ma basta poco per trasformare questo passaggio in uno scivolo ghiacciato. Passato questo saltino si è sul largo crestone della vetta.

Giornata fresca, limpida, che regala un bel panorama tutto introno.

3) Pizzo Coca – R.go Coca - Valbondione
Discesa effettuato lungo la comoda via normale, un poco di attenzione chi transitasse presto quando si deve fare il traversino che dà sul canale che sbuca in Valmorta. Sul terriccio c'era un centimetro o due di neve. Facesse un poco freddo, c'è rischio di formazione di vetrato. Sono solo un paio di metri di sentiero in ogni caso.
Per il resto discesa spedita, incontrando dapprima un po' di gente il salita, e poi mi aggancio in discesa a due ragazzi di Ardesio che avevo già incrociato in vetta.
Dal lago al rifugio in compagnia di alcuni signori che provengono dal Brunone.
Al rifugio pranzo allegro e goliardico scherzando sia con Fabrizio (rifugista) che con Elena (la ragazza che per questa stagione ha dato una mano).
Pausa prolungata per godermi la giornata, poi alle 15 rientro. Il meteo cambiava un poco, solite nubi dal Redorta, e aria fredda che spirava dalla valle.

Salita nel complesso facile dal punto di vista tecnico, un contino di I e II grado. Se proprio uno vuole fare dei numeri si arriva al III- (in base alle mie esperienze nemmeno III). Roccia sana.
Se, diversamente da quanto ho fatto io, si evitasse di salire in cresta ma si restasse nella grande pala sotto la croce, per sbucarvicisi direttamente, probabilmente si può evitare la cresta che con il sopraggiungere del freddo potrebbe presentare alcuni passaggini con ghiaccio non troppo sicuri.

FOTO:
1) La parete Ovest (foto di Agosto) presa dalla parete Est di Redorta, in rosso CIRCA la via seguita
2) Subito dopo le prime placche dei primi metri dove ho attaccato la salita
3) Arrivato in cresta in prossimità di un torrione (non mi ricordo se prima, credo prima) vista sul lago di mezzo di Valmorta
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