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   Pizzo Porola, 18/08/2012
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Onicer  marcomoratti   
Gita  Pizzo Porola
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  2981 m
Dislivello  2081 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Coca
Attrezzatura consigliata  Caschetto
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Con oggi (18 Agosto) ho scelto di inaugurare la mia 4 giorni orobica.
In compagnia di 3 amici decidiamo di partire alla volta del Porola, sfumato in passato per il meteo avverso. Con Francesco e Fabrizio partiamo da Valbondione, mentre Claudio ci attende già al Coca essendo partito in lieve anticipo.

La salita al rifugio è sempre duretta, il sentiero pur bello mantiene la pendenza costante e non indifferente. Quello che pesa maggiormente è però l'incredibile caldo che trasforma il primo tratto nel bosco in una foresta pluviale che toglie il respiro. Appena fuori dal bosco un flebile filo d'aria fresca ci rincuora, e alla prima cascata di acqua fresca la pausa è d'obbligo.

Rinfrancati nello spirito e nel corpo, facciamo l'ultimo sforzo e arriviamo al bel rifugio. Accoglienti e gentili come sempre i gestori e i loro collaboratori.
Pausa rapida per il caffè o tè e poi partiamo alla volta di questa bella montagna.

La giornata si prospetta ottima, caldo (torrido pure in quota) e neppure una nuvoletta. In circa mezz'oretta siamo così al lago di Coca che anche oggi si mostra in tutta la sua splendida bellezza. Blu intenso tra le rocce della conca dei giganti.

Costeggiato il lago ci si inerpica per il faticoso ghiaione che conduce al passo di Coca. Si può salire liberamente, ma le vie migliori sono o tutto a destra costeggiando la lingua di neve residua (tracciola e bolli bianco rossi del CAI, sent. 325) o partendo a sinistra e lungo una traccia evidente compiere una serie di tornanti. In entrambi i casi la fatica non sarà di certo evitata.
L'idea è seguire l'itinerario consigliato da Ares88, che prevede di prendere un canalino a circa 80 metri prima del passo. Lo individuiamo io e Francesco e già che ci siamo, essendo in anticipo sugli altri, facciamo una capatina al passo per goderci il panorama splendido sulla vedretta del Lupo e sulla Valtellina. Qui incontriamo un escursionista che ci consiglia di scendere per poche decine di metri la vedretta (ora tracce evidenti) per poi rimontare subito a sinistra per un canalino che seguito porta in cresta.

Nessuno di noi ha i ramponi, così io e Francesco tastiamo, traccia evidente, non c'è ghiaccio vivo affiorante, e la vedretta è ben attaccata alla parete. In effetti si viaggia bene, così diamo il via libera pure ai compari. Da qui inizia una salita continua sul I grado con alcuni passi di (probabile, stando ai miei amici che sono pratici di roccia e gradi) II grado, semplici. La difficoltà ed il pericolo principale sta nel fatto che la roccia è incredibilmente marcia, partono (testimone oculare) massi delle dimensioni di un forno a microonde. Rimontanti in cresta si segue fedelmente il filo, fino alla base della cuspide finale. Qui si aggira sul versante valtellinese seguendo tracce ed ometti, sempre con molta attenzione per il marciume. Con la legittima fatica si arriva agli ultimi metri di roccette un poco migliori che portano dritti in vetta.

La soddisfazione è grande, ripagata ancor di più dai panorami meravigliosi che la giornata di oggi ci regala. Dal Disgrazia all'Adamello in lontananza, prossimi a noi invece l'imponenza della Punta di Scais, davvero impressionante da così vicino, e poi la costiera Dente di Coca, Arigne e Coca... E tutto il resto. Davvero eccezzionale!

Rientro per il medesimo itinerario, con molta attenzione per chi ci precede in discesa.

Birra di rito al Coca, poi saluto i miei amici. Io mi preparo per cena e per il giorno seguente, godendomi una stella superba prima di andare a letto


FOTO:
1) Il Pizzo Porola visto dal Rifugio Coca
2) In vetta (foto presa da Claudio La Rosa, www.scenariorobici.it)
3) Punta di Scais dalla vetta del Porola
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