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   pizzo di Prata, 19/07/2012
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Onicer  nano   
Gita  pizzo di Prata
Regione  Lombardia
Partenza  Pratella  (1000 m)
Quota arrivo  2727 m
Dislivello  2000 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  Da escursione e tanta riserva d'acqua. consigliabilissimo il G.P.S.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Bisogna fare una premessa: questo salita pur non difficile ha un dislivello considerevole, e vi sono enormi problemi di orientamento per cui consiglio di documentarsi bene prima di affrontarla.
Il pizzo di Prata era il mio tormento, già tentato una volta da me con poca fortuna mi stuzzicava ogni volta che salivo in Valtellina. Decido l'attacco, dovevamo essere in tre ma la defezione di Pinuccio lascia la Nanoband in forza minima, io e la Silvia.
Il bar per il permesso apre alle 7, e così siamo al parcheggio di Pratella alle 7,30. La prima parte della salita fino alla croce di Matra è semplice, poi seguiamo la cresta per il monte Matra fino quasi in cima. Troviamo subito la sella che porta sul lato sud, dopo poco un orrendo canale pieno di arbusti ci costringe a perdere 150 metri. Ora si va in piano in direzione Est fino ad un colatoio passato il quale si deve risalire 150 metri fino alla selletta che sta davanti al portone, si scende 50 metri per prendere il lunghissimo colatoio.
La salita del Portone non è difficile ma molto faticosa, all'uscita di questo rimangono ancora 500 metri da fare, si sale dove si vuole su versanti molto ripidi ricoperti d'erba e poi una bellissima crestina esposta ma non difficile finalmente ti porta in vetta.
Noi non abbiamo avuto nessun problema in salita arrivando in vetta in 5 ore. I problemi sono cominciati al ritorno dove abbiamo sbagliato una prima volta seguendo una traccia di animali che ci ha portato fuori rotta facendoci scendere parecchio.
consultando il G.P.S capiamo che siamo troppo bassi e risalendo un orrendo canale attacandoci agli arbusti riguadagniamo i 150 metri persi, altri 150 ci toccano per risalire il canale sceso il mattino.
Ora siamo sula traccia, seguendola non ci accorgiamo di aver passato la selletta della cresta del Matra e seguendo una traccia ci perdiamo per la seconda volta.Ritorniamo sui nostri passi e il G.P.S. dà i numeri, non ci capiamo niente, dice di scendere e noi ci infiliamo in un canale seguendo un'altra traccia che in breve diventa impraticabile. Abbiamo perso altri 100 metri, La Silvia è stremata , risaliamo penosamente il canale e ci mettiamo sulla dorsale a fare il punto della situazione. Sono le 19,abbiamo poche ore di luce e non possiamo più permetterci di sbagliare. Decidiamo di allertare il soccorso e chiamiamo il 118, non vogliamo essere soccorsi, ma solo parlare con qualcuno che ci dica in che direzione muoverci. La signorina molto gentile ci mette in collegamento con il soccorso, diamo loro le coordinate del punto dove siamo, ci ordinano di non spostarci che verremo richiamati dopo che loro studino il percorso di ritorno.
Aspettiamo circa 20 minuti durante i quali in una perlustrazione io trovo il percorso giusto, ci prepariamo a scendere ed arriva la telefonata che conferma che il percorso da seguire era quello da me trovato in precedenza.
Ora siamo sul sentiero che ci riporta alla croce di Matra ma il soccorso alpino ormai ha avviato la pocedura e teme che potremmo essere presi dall'oscurità. Abbiamo da ora in poi un angelo custode che ogni dieci minuti ci telefona per vedere se tutto va bene. In effetti và tutto bene ma la Silvia è stanchissima ed la discesa è eterna,abbiamo finito l'acqua e rimangono solo le ore di luce necessarie per arrivare a Pratella, infatti vi arriviamo alle 21,20 troviamo due gentilissimi ragazzi del soccorso che erano pronti a salire in caso di problemi.
Devo dire due parole di ringraziamento a questi nostri angeli custodi che nonstante le nostre rassicurazioni ci hanno fatto decine di telefonate per assicurarsi che tutto era sotto controllo.
Rimane la soddisfazione di aver raggiunto una cima fuori dai soliti schemi, che ti obbliga a continui cambiamenti di versanti sempre con la sensazione di essere in un posto fuori dal mondo ed una cima con un panorama unico.
Ho chiesto ai ragazzi del soccorso il perchè nella totalità del percorso non si trovi un segnale e loro mi hanno risposto che è meglio che la massa stia alla larga da questo itinerario altrimenti dovrebbero fare un soccorso al giorno

Foto 1 La parte finale

Foto 2 la Silvietta a spasso sulla cresta finale

foto 3 un brindisi con succo di frutta
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