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   Anticima di Cantone, couloir del Fiammifero, 25/05/2014
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Onicer  ucamosciomoscio   
Regione  Svizzera
Partenza  Pranzaira  (1190 m)
Quota attacco  2900 m
Quota arrivo  3312 m
Dislivello della via  400 m
Difficoltà  3 / III ( III in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  Capanna Albigna
Attrezzatura consigliata  N.D.A. set di friends fino al 2 BD set di dadi, 4/5 chidi da roccia , 4 viti da ghiaccio e cordini da abbandono
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Spesso la pigrizia ha il sopravvento sul senso della ricerca delle novità, siamo troppo succubi della riuscita, fuggiamo inesorabilmente le incertezze e l’ignoto, anche se questo può apparire un paradosso per persone che praticano un attività come l’alpinismo, intimamente legata a questi fattori. In questa gita vi era proprio l’intenzione di riscoperta di queste sensazioni, informazioni quasi nulle, se si esclude le vecchie guide anni 80 che adornano la mia biblioteca, alquanto datate per quel che riguarda le mutate condizioni della montagna, itinerario con un lungo ed in primavera scomodo accesso, non permetteva neanche il classico sopraluogo dal fondovalle. Il bacino dell’Albigna tanto frequentato nella stagione estiva diventa un luogo magico, dopo la chiusura della piccola funivia, uno scrigno segreto dove ben pochi hanno la voglia di avventurarsi. Sono molto legato a questi luoghi per aver svolto una discreta attività sulla fine anni 80 inizio 90, forse spinto da nostalgia o più semplicemente da curiosità per un itinerario di cui avevo spesso letto la relazione, ma su cui non avevo ma osato mettere le mani per le cause sopra elencate. Decido di investire un week end in questo piccolo progetto, allettato dalle condizioni incontrate sul Monviso. Per impegni vari la squadra in campo viene rimaneggiata, si uniscono a me i coraggiosi Davide ( Fourfingers ) e Marco ( Peggy ), anch’essi disposti a sacrificare questa due giorni. Il seguito degli eventi ci darà ragione, quasi a volermi ricompensarmi di precedenti insuccessi stagionali.
L’itinerario si è rivelato molto valido sia dal punto di vista tecnico, nel registro della media difficoltà, che da quello ambientale coreografico, offrendo una salita di grande soddisfazione. Malgrado le condizioni non fossero al top per via delle nevicate dei giorni precedenti, che ci hanno regalato un ghiaccio molto crostoso dove le viti offrivano una protezione aleatoria, inconveniente presto superato data l’ottima qualità delle rocce che costituiscono le sponde del canale. Era nostra intenzione collegare questa salita con la successiva traversata alla Cima di Cantone, naturale via di discesa, che và oltretutto ad impreziosire ulteriormente l’intera gita, ma un manto nevoso precario in quota, composto da crosta non portante con fondo di neve pallotttolare particolarmente infido, ci ha convinti alla calata lungo l’itinerario di salita. Per l’occasione abbiamo attrezzato la sosta sommitale e controllato, rinforzato ove necessario le soste già presenti. Questa soluzione sicuramente meno faticosa della traversata, va però intrapresa tassativamente prima dell’arrivo del sole sulla parete ( attualmente ore 11.30am ) per minimizzare i rischi di scariche.

Accesso :
Da Chiavenna seguire la indicazioni per St.Moritz ,superare il confine di stato risalire quindi la val Bregaglia, oltrepassare il paese di Vicosoprano sino a raggiungere la località Pranzaira ( 1190m ) dove è ubicata la stazione a valle della piccola teleferica di servizio dell’impianto idroelettrico ( ampio posteggio sul lato ds della strada )

Avvicinamento :
1° giorno : Dal posteggio risalire lungo la carreggiata per circa 200m, sino a quando si diparte sulla ds una strada forestale che si inoltra nel bosco. Seguirla in leggera salita sino ad un tornante verso sn, dove su di un masso campeggia la scritta in rosso Albigna, abbandonarla seguendo l’indicazione verso ds. Valicare il torrente del fondovalle su di una passerella in legno, seguendo il ripido sentiero, in questa stagione assai devastato dai postumi dell’inverno, si risale tutto il costone boscoso della sn idrografica del vallone detto Pian dei Buoi, raggiunti i tralicci sommitale della funivia il sentiero contorna l’orlo di un orrido verso ds e per pendio più aperto raggiunge una strada di servizio proprio a ridosso del versante settentrionale dello Spazzacaldera. Da qui solitamente su neve si procede presso che in piano sulla testata della valle attraversando sotto l’imponente muraglione della diga sino ad aggirarlo trovandosi cosi sulla ds. Idrografica della valle. Qui il panorama si apre incredibilmente regalando bellissimi scorci sull’alto vallone con le Sciore a ds i Pizzi del Ferro e la Cima di Zocca a chiudere questo mirabile quadro. Si prosegue verso sud in salita sulla riva del lago raggiungendo in breve la capanna Albigna 2331m. ore 2.30/3.00 dal posteggio.
2° giorno : Dal rifugio si segue un buon sentiero qualora fosse visibile, in direzione E che si inoltra prima in leggera salita nel Vallone di Cantun , poi a mezza costa con un ampio semicerchio verso S passando sotto le belle pareti del Biopfeiler raggiunge la parte alta della grande morena ds della Vedretta di Cantone . La si scavalca e si prosegue verso S mettendo piede sul ghiacciaio lo si percorre dapprima in lenta salita poi per china decisamente più ripida ( 35° ), puntando all’evidente colatoio si raggiunge la terminale ore 2.00/2.30 dal rifugio, molto dipendenti dalle condizioni del manto nevoso, consigliabilissimi gli sci, oggi ghiacciaio ben chiuso ma conviene legarsi.

Relazione :
Superare la terminale solitamente più agevole in corrispondenza della rigola di scarico del canale, vincere il pendio di una cinquantina di metri a 55° sino ad afferrare le prime rocce, poco più in alto sulla sponda ds idro sosta con due chiodi e cordini. Continuare nel canale per un’altra lunghezza a 55°/60° con un muretto in ghiaccio a 65° sino a raggiungere la prima strettoia ( alla base del salto non abbiamo trovato soste, c’è né una circa 15 mt sopra la prima. Vincere la strettoia su ghiaccio inizialmente a 65° che va impennandosi verso l’uscita, prima a 70°poi con 5mt a 80°, altri 5/6 mt nel canale nevoso quindi sosta sulla ds idro con tre chiodi da roccia collegati e moschettone ( tiro molto bello e suggestivo ). Continuare nel canale a 50° con un saltino di pochi metri in ghiaccio a 60° per una quarantina di metri sostando su due chiodi da roccia con fettucce sulla ds idro. Ancora per canale nevoso 50°/55° sino ad abbordare e vincere la seconda strettoia con una ventina di mt in ghiaccio a 60°/65° andando a sostare pochi metri sopra sotto un tettino sempre sulla ds idro su due chiodi da roccia con fettuccia e moschettone. Sempre per il canale su neve a 50°/55° sostando dopo una quarantina di metri sotto la barriera di rocce sommitali che sembra precludere il percorso 2 chiodi con cordini sulla ds idro. Per il canale di ghiaccio e misto 55°/60° sino ad una piccolo muro verticale che in particolari condizioni può essere superato su ghiaccio, traversare 2 mt a sn e vincerlo con un passo delicato di misto 3°, riprendere il canale/diedro e sostare sulla sua riva sn idro su 2 chiodi da roccia e un nut incastrato ( altro tiro molto suggestivo). Vincere il salto di misto sovrastante 4mt a 65°, quindi direttamente per il pendio nevoso sommitale 55° raggiungere dopo una quarantina di metri le rocce della cresta ove si sosta presso 2 chiodi da roccia e un nut collegati da un cordone nei pressi dello zolfanello che da il nome alla via.

Discesa :
Lungo le soste di salita, prestando attenzione alla calata lungo la prima strettoia, non abbiamo trovato alcuna sosta alla sua base e le rocce sono assai compatte, noi ne abbiamo attrezzata una volante su ghiaccio dopo 60mt, da dove ci siamo calati con due brevi doppie per afferrare prima la seconda sosta di salita non utilizzata e il terzo è sceso per una decina di metri disarrampicando( tratto a 55°) la seconda da questa alla prima sosta. Con un’ultima doppia da 60mt si arriva una quindicina di mt sopra la terminale, da qui abbiamo disarrampicato.

Bellissima escursione in compagnia di Davide e Marco.

Foto 1 il tracciato
Foto 2 la prima strettoia
Foto 3 La parte alta del canale

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