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   Sassolungo, via normale, 19/09/2015
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Onicer  Franz   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Passo Sella (2180m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  3181 m
Dislivello  680 m
Difficoltà  AD / III+ ( III obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Rifugio Demetz
Attrezzatura consigliata  Due corde da 30 metri. Una nello zaino in salita da usare solo per le doppie. Qualche cordino e friends per proteggere la conserva. Scarponcini leggeri.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento “Uno dei tremila più difficili delle Dolomiti. Itinerario labirintico e vario di grande soddisfazione. Non sempre semplice l’individuazione del percorso”. Così Bernardi descrive la normale del Sassolungo nella sua guida e un po’ ha ragione, anche se l’itinerario ci è sembrato abbastanza intuitivo (grazie forse anche al suo fantastico schizzo, che per me è assolutamente esaustivo per la salita) con segni, ometti, chiodi,...
Bella via normale di ampio respiro. Da percorrere fondamentalmente in corserva.
Dal Passo Sella in 1h si arriva comodamente al Rifugio Demetz. Altrimenti con la telecabina che parte alle 8:10 fino al 04 ottobre. Si intercetta la Cengia dei Fassani dopo 100 metri di discesa dal Rifugio verso il Vicenza. La si percorre fino ad un primo tratto delicato (II+) da percorrere in discesa: si segue l’esposta crestina sulla sinistra (ancoraggio) per rientrare a destra in un valloncello. Si supera il canale delle goulotte Raggio di Sole e Holzknecht (cascata d’acqua) e si prosegue per sentierino e blocchi in un canale incassato con anche dei saliscendi.
Noi abbiam fatto 4 o 5 tiri massimo, ma per cambio assetto o fine del materiale per proteggere la conserva.
I tiri (di III o III+ max) sono più o meno questi:
- uno verso la fine del tratto sul versante Sud della “Cengia dei Fassani” dove c’è un canalone/camino che si lascia sulla destra e si passa affianco ad una evidente lama (III, presenti 3 clessidre attrezzate);
- uno dopo il primo tratto con cavo metallico (III, presenti chiodi prima e sosta appena dopo),
- una serie lungo la “Variante delle Guide” (III+, presenti fix, chiodi a “u” per conserva, cordoni).
- un paio nella “Gola delle Guide” (III+ e III, ma il secondo l’abbiam trovato delicato e liscio – sempre che non abbiam sbagliato leggermente linea noi. Presenti chiodi e clessidre).
- il tiro della “Torre Gialla” (III+: espostissimo, ma facile; roccia da controllare; due chiodi e sosta cementata alla fine).
In ogni caso per i gradi mi son attenuto alle relazioni disponibili, ma, rispetto ad esempio ai gradi della via Penasa-Lise, recentemente percorsa in Moiazza sono molto più generosi. Là un III+ senza scarpette non lo facevo…qui io avevo scarponcini e Mara le scarpe da trail con vibram!
Ci sono due brevi tratti “attrezzati” con cavo metellico (20m+15m) e dei pioli (10). Non erano forse indispensabili, ma visto il tipo di terreno avrebbero probabilmente aumentato il “grado minimo” rendendo disomogenea la difficoltà generale della salita. In ogni caso velocizzano la progressione.
Abbiamo utilizzato una singola da 30 m in salita per avere più maneggevolezza nei tratti di conserva a corda corta e ne avevamo una seconda da 30 m nello zaino per le doppie. Noi ne abbiamo fatte 14, ma se ne possono fare molte meno, con però magari maggior attenzione ai tratti di disarrampicata.
- La prima è dalla sommità della “Torre Rossa” direttamente sul “Bivacco Giuliani” da sosta cementata.
- 3 o 4 nella “Gola delle Guide” su anello cementato la prima, clessidra e fix le altre.
- Non abbiamo ripercorso la “Variante delle Guide” in discesa perché malagevole per via dei tratti in diagonale. Se le temperature e l’innevamento residuo lo consentono è più diretto il “Canalone Basso”. Sono presenti degli ottimi anelloni cementati ogni 30 metri sulla sponda sx or. a volte un po’ alte se senza neve, ma ce ne sono altre con cordoni più in basso a livello del terreno.
- Un paio di doppie prima del tratto attrezzato della Cengia dei Fasani (chiodi e clessidre con cordone)
- Dopo l’ultimo tratto con cavo metallico si percorre un tratto facile della cengia in traversata e dove l’itinerario di salita piegherebbe a destra per scendere delle rampe di III, prima asperità trovata in salita, si prosegue per un sentierino (barrato da un muretto) andando a trovare una solida sosta con cordoni, clessidra e spit. Da qui ci si cala con doppia strapiombante in una profonda gola per 20 metri. Segue altra doppia da sosta similare (lato sx or.) che consegna in 30 metri (passaggio stretto…per me ;-)) alla fine del camino e sulla cengia.

Qui trovate una mia rivisitazione dello schizzo di Mauro Bernardi da “Arrampicare in Val Gardena” e la foto di Quartogrado.com. Seguire i numeri per leggere gli schizzi in progressione. La “A” indica il punto dove ci siam legati alle prime difficoltà lungo la Cengia dei Fassani (e dove arrivano le ultime doppie nella gola/camino, fuori dalla linea di salita). I bollini rossi sono gli ancoraggi usati per le doppie.

Dal sito del Rifugio Demetz
Interessante anche il sito di Quartogrado.com per le foto con i tiri indicati.

Con Mara in una splendida giornata di fine estate tersa e mite. Abbiamo dormito al Passo Sella in tenda e in 1h eravamo al Rifugio Demetz. Noi abbiamo impiegato dal rifugio 4h15 (senza le soste) in salita e 4h30 in discesa. Ovviamente con meno tiri in salita e meno doppie in discesa si possono stringere di un po’ i tempi.


Foto 1: lungo la “Variante della Guide”
Foto 2: tratto con cavo metallico alla fine del “Canalone Basso”
Foto 3: l’esposto tiro della “Torre Rossa”
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