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   Zinalrothorn traversata Rothorngrat - cresta Nord, 05/08/2013
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Onicer  ucamosciomoscio   
Regione  Svizzera
Partenza  Zinal  (1700 m)
Quota attacco  3850 m
Quota arrivo  4221 m
Dislivello della via  370 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 45° / IV in roccia )
Esposizione in salita Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Cabanne du Grand Mountet
Attrezzatura consigliata  Da alta montagna con una piccola scelta di dadi e friends con numerosi anelli di fettuccia
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Bellissima traversata all’altezza della sua fama, completa e molto varia sul piano tecnico senza presentare difficoltà singole rilevanti, è nell’insieme un ascensione da non sottovalutare sempre interessante e richiedente la dovuta concentrazione dall’inizio alla fine. Assolutamente da consigliare. Malgrado la sua fama, siamo stati con nostra grande sorpresa, l’unica cordata della giornata partiti dal Grand Mountet, tutti gli altri hanno percorso la cresta Nord. Condizioni della cresta eccellenti non altrettanto il canale d’accesso che presentava un manto nevoso assai infido con pessimo rigelo ( crosta sfondosa con granita inconsistente sottostante, bella colata di neve marcia del giorno precedente nella parte basale ) ci ha costretto per un tratto ad avvalerci delle rocce della sponda sn idrografica. Stesso discorso per la cresta di discesa in neve ormai marcissima. Ho trovato gli orari della guida CAS un tantino severi, 2.30 per raggiungere la cresta con 1000m di dislivello ed un discreto sviluppo quindi 3 ore per la Rothorngrat vera e propria totale ore5.30, noi senza stare a perder tempo più di tanto ne abbiamo impiegato 1.45 in più. Nota particolare per la Capanna Grand Mountet, posta in un luogo tra i più affascinanti delle alpi, con un’accoglienza decisamente buona, malgrado l’accesso sia eterno, la sola salita al rifugio già merita il viaggio da Milano.

Accesso :
Valicato il passo del Sempione scendere a Briga prendere per breve tratto l’autostrada ( non necessaria la vignetta in questo tratto ) quindi dove questa termina riinmettersi nella statale seguendola sino a Sierre ( anche gli svizzeri hanno la loro Salerno-Reggio Calabria, da che posseggo una memoria e di anni ne sono passati parecchi questo tratto autostradale è in costruzione ) dove inizia nuovamente l’autostrada ( tratto con vignetta ) seguire i cartelli evidenti per la valle di Anniviers percorrerla tutta sino a Zinal, oltrepassare il centro abitato e dopo un km in corrispondenza della fine dell’asfalto si trova il parcheggio ( gratuito !!! ).

Avvicinamento alla Capanna del Grand Mountet :
Sentiero segnato da numerosi cartelli gialli, percorre prima quasi in piano il fianco sn idro della valle lungo comoda strada sterrata per poi portarsi su quello ds, risalendo prima ripidamente su sentiero quindi con un’infinito mezza costa il lunghissimo vallone con vista che man mano si fa sempre più interessante sino a sbucare nel centro della maestosa corona imperiale. 3/4 ore dal posteggio ci voglion tutte. Al rifugio la prenotazione è obbligatoria, se passate dall’ufficio del turismo di Zinal ve la fanno loro con grande gentilezza.

Relazione :
Dal rifugio si percorre verso S un breve tratto di mulattiera pianeggiante sino a raggiungere il filo della morena, che si risale completamente ( traccia evidente e numerosi ometti ) costeggiando le belle pareti del Mammuth la falesia locale. Si prende sul ghiacciaio del Mountet ad una quota di circa 3300m si abbandonano subito le tracce della normale che puntano verso E per attraversare il ghiacciaio in direzione S puntando ad una evidente lingua di neve che raggiunge la cresta di Rothorn ad una spalla poco sopra il Rothornjoch. Prestare attenzione ai crepacci ben presenti e allineati lungo il senso di marcia, percorso che va ricercato a seconda delle condizioni ma mai troppo complesso. Superare la terminale e la lingua nevosa che porta alla cresta ( 150/200m a 45°). Da qui seguire la bellissima cresta rocciosa rimanendo il più possibile nei pressi del filo dove la roccia è magnifica, superare numerosi gendarmi con percorso evidentissimo tanto da rendere veramente superflua una relazione dettagliata aggirando eventualmente le sommità sul lato sn ( 2°- 3° con qualche passo di 3°+ ) sino al solito gran Gendarme ma anche qui la strada è segnata con evidente logica dalla natura. Dalla forcelletta alla sua base vincere una placchetta sul filo sino ad una piccola piattaforma traversare 1mt a ds afferrando una lama ( 2 ch ) ristabilendosi sul filo per mezzo della medesima ( molto aereo ) placca compatta verso sn quindi evidente fessura porta alla sommità ( in totale una trentina di mt di 4° con 3 chiodi ed infinite possibilità di integrare ) Superare per placche l’ultimo gendarme aggirandone la sommità a ds si giunge alla Gabel ( sella ) dove da sud arriva la normale da Zermatt. Proseguire per spuntoni sul filo all’ultimo di essi che forma un evidente finestra passare sul versante Mountet e con traversata ascendente raggiungere il dorso arrotondato di un vago spigolo che riporta verso la cresta per placche fessurate ( Binnerplatte 3°- numerosi spit e barre di ferro assicurano il tratto che può presentarsi verglassato) guadagnare la cima evitando sulla destra l’ultima torre ( Kanzel ). (ore 7 circa dal rifugio )

Discesa :
La discesa avviene per la cresta N appena più facile di quella salita e con passaggi altrettanto caratteristici. Dalla vetta seguire il filo prima nevoso poi roccioso abbastanza facile che conduce alla prima insellatura. Risalire brevemente alla sommità della Bosse dove poco sotto un po’ sulla sinistra si trova l’ancoraggio per la prima doppia. Una doppia da 15m ed una successiva da 25m depositano ad una sella sul filo, proseguire su di esso sino a superare un tratto orizzontale ma molto affilato “ La Bourrique” aggirare la torre successiva “ Lo Sphinx “ per una fessura sul fianco sn ( alcuni spit ) superare quindi il passaggio più caratteristico “ le Rasoir “ molto aereo dalla sua sommità una sosta di calata permette al secondo di disarrampicare in sicurezza la non semplicissima paretina sottostante. Un ultimo gendarme quello del “ Dejeuner” viene aggirato a ds, quindi il filo di cresta diviene più rotto e semplice permettendo di raggiungere in breve la parte nevosa. ( Poco prima di essa un breve saltino protetto da un chiodo e di roccia ottima oppone l’ultima difficoltà ) Scendere prima ripidamente poi sempre meno, l’affilata cresta nevosa sino a che diventa pianeggiante, portarsi sul lato Mountet divallando per breve pendio oltrepassare la terminale , da qui seguendo le evidenti tracce verso O riguadagnare per ghiacciaio il sentiero della morena (4/5 ore dalla vetta al Rifugio ).

Bella escursione in compagnia del Money

Foto 1 Il tracciato
Foto 2 Sul gran Gendarme
Foto 3 Panoramica dalla cresta

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