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Monte Bianco, Sperone della Brenva, 21/07/2013 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | papageno |
Regione | Valle d'Aosta |
Partenza | Bivacco della Fourche (3670 m) |
Quota attacco | 3400 m |
Quota arrivo | 4400 m |
Dislivello della via | 1000 m |
Difficoltà | D+ ( pendenza 60° ) |
Esposizione in salita | Nord-Est |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | 2 corde da 50/60m per passare il terminale, 5 0 6 chiodi da ghiaccio, picche, ramponi, materiale da doppia e pila frontale. |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Era tanto tempo che pensavo a questo itinerario per salire il Bianco al centro di una delle sue pareti più spettacolari, ieri (con un po' di fatica!) ho realizzato questa idea. Partiti a mezzanotte dal Bivacco della Fourche, siamo scesi sul ghiacciaio della Brenva con tre doppie da 30m, più una quarta da 60m, che ci ha permesso di passare il terminale, che si presenta molto aperto e, a mio parere, non superabile in altra maniera. Abbiamo scelto di salire la variante Gussfelt, che tuttavia presenta qualche problema a causa dei terminali molto aperti. In pratica occorre passare i crepacci a destra per poi portarsi a sintra con un lungo traverso, per prendere il canale di salita (passando sotto il grande seracco). Molto buone le condizioni del canale, a parte un po' di ghiaccio non splendido, che affiora in certi punti. Sopra il canale le condizioni dello sperone erano ottime, l'uscita è stata invece abbastanza laboriosa. Abbiamo cercato di uscire il più in alto possibile verso la vetta del Bianco, anziché seguire il classico lungo traverso che porta al colle della Brenva, peraltro in ottime condizioni. Purtroppo l'uscita più diretta verso la cima del Bianco presentava ieri un continuo di seracchi aperti, che ci ha costretti a 2 o forse più ore di traversi e saliscendi vari in condizioni spesso esposte, alla fine siamo riuscite a uscire sopra il colle della Brenva (Mur de la Cote) ma a scapito di molte energie: sicuramente non ne vale la pena guadagnare un centinaio di metri di dislivello! Un saluto agli amici Torinesi, con cui abbiamo unito le corde da 60m per poter passare il terminale.
Foto 1. Il canalone Gussfelt: si notano i terminali alla base che costringono a passare prima a sinistra per poi travesare tutto a destra. Foto 2. Salendo lo sperone sullo sfondo del Grand Pilier d'Angle Foto 3. L'usita dallo sperone. |
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