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   Punta Parrot via degli Italiani " by fair means ", 14/07/2013
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Onicer  ucamosciomoscio   
Regione  Piemonte
Partenza  Alagna Valsesia " località acque Bianche "  (1500 m)
Quota attacco  3200 m
Quota arrivo  4436 m
Dislivello della via  1200 m
Difficoltà  AD ( pendenza 45° / III in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  Capanna Gugliermina
Attrezzatura consigliata  Da alta montagna, nello specifico una picca, ramponi, piccola scelta di dadi 2 viti da ghiaccio molte fettucce per spuntoni
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Era un pò di tempo ( a dire il vero qualche anno ) che mi frullava in mente l’idea di andare a mettere il naso nel regno dei mitici fratelli Gugliermina signori incontrastati di questi luoghi. Un versante, quello Valsesiano del Monte Rosa, rimasto decisamente fuori dalle mete alpinistiche più gettonate, dove si respira ancora l’aria dei pionieri che ne hanno scritto la storia, dove il senso di isolamento è ben presente insieme alla severità degli ambienti. Qui non vi sono scorciatoie , ( vedi funivie ) il rapporto con la montagna avviene ad armi pari dal primo all’ultimo metro, per questo abbiamo deciso di affrontare questa escursione con lo spirito “ by fair means “ portando a termine anche il rientro a valle senza l’utilizzo di mezzi meccanici. ( di cui per altro non ci avvaliamo mai ) Per questi motivi risulta ancor più marcato il contrasto tra i due versanti quello appartato Valsesiano e quello Gressonaro e quando sbuchi in cresta ti trovi proiettato nel più puro carosello turistico. La via degli Italiani è una classica di questo lato del Rosa, anche se meno gettonata della vicina cresta Signal . Tecnicamente non presenta difficoltà rilevanti, ma l’ingaggio complessivo e la quota raggiunta ne fanno un itinerario da non sottovalutare. Il terreno su cui ci si muove è quello tipico dell’alta montagna con roccia di qualità molto variabile, ma a dispetto di racconti raccapriccianti presenti nel web non abbiamo assistito a scariche , malgrado le temperature non fossero polari. Rimane sottointeso che tali pericoli aumentano considerevolmente con la presenza di più cordate e l’uso improprio della corda. Noi eravamo in quattro ed abbiamo preferito procedere slegati su tutto l’intero tracciato, utilizzando la corda esclusivamente per la discesa. L’itinerario non presenta grosse incognite per quanto riguarda l’orientamento, svolgendosi principalmente sul filo di cresta di un grosso sperone dove si alternano tratti nevosi a zone rocciose, per rendere l’idea, molto simile alla Cresta del Soldato alla vicina Punta Giordani, fatte salve le doverose differenze di ingaggio.

Accesso :
Da Varallo Sesia seguire la provinciale 299 lungo l’interminabile ma bellissima Valsesia sino ad Alagna Valsesia, attraversare il paese e seguitare sulla carrozzabile per la località Acqua Bianca sino al cartello di divieto di transito per mezzi privati, dove si può posteggiare in un ampio parcheggio. Da qui un servizio navetta ( 2 euro A/R a persona ) porta al termine della carrozzabile a quota 1500m.

Avvicinamento :
Imboccare il sentiero con segnavia n° 7 per il rifugio Barba-Ferrero che percorre con bel tragitto tutto il fondo del vallone sulla sn idrografica del fiume Sesia, oltrepassata la serpentina che supera la bastionata rocciosa sottostante il rifugio, dove il sentiero piega a ds in leggera salita ormai prossimo alla meta ( quota 2170mt circa ) abbandonarlo, puntando alla morena erbosa posta sulla ds idrografica del Sesia, guadarlo alla meglio (spesso difficoltoso a fine giornata )raggiunto il filo della morena si ritrovano le segnalazioni del sentiero ( segnavia n° 6 ) provenienti dal rifugio Pastore lungo il lato ds idro della valle. Il sentiero proveniente dal Pastore può essere una valida alternativa qualora il guado del Sesia fosse impraticabile. Seguire il filo della morena sino a quota 2780m circa, quando lo si abbandona per imboccare una specie di cengione nevoso o pietroso sulla sn che sovrasta il ghiacciaio orientale delle Piode ( con la sua imponente serraccata ). Seguendo l’ottima segnaletica raggiungere la bastionata rocciosa sovrastante presso una rampettina attrezzata con cavo metallico che permette di raggiungere il sistema di cenge e rampe ( a volte con neve) , che con andamento verso destra ( senso di salita ) portano sul filo dello sperone , dove sorge l’accogliente Capanna Gugliermina ( ex Valsesia ) a quota 3212m. ( ore 4/6 dal termine della strada ) La capanna dispone di una decina di posti letto, gas e stoviglie ed è divisa in due ambienti, valutazione accoglienza 4 stelle ( dopo aver dormito al Arben Biwak risulta difficile dare 5 stelle ) neve nelle vicinanze sulla ds del crestone.

Relazione :
Prendere la cresta dello sperone subito alle spalle del bivacco, ( presenti un paio di bolli con la lettera P) seguirla fedelmente su roccia buona, un solo saltino di 5/6m di roccia compatta ma ben appigliata richiede un pò più di attenzione ( forse 3° ) proseguire poi lungamente alternando tratti più o meno interessanti sino a raggiungere il margine orientale del ghiacciaio delle Piode ( Il primo tratto è bene visionarlo il giorno prima con la luce in modo da non perdere inutilmente tempo con il buio ). Risalirlo puntando al prosieguo del crestone formato da un risalto di rocce grigie , varcare la terminale più facile in questo punto e con un diagonale verso sn portarsi in un canalino nevoso che permette di riguadagnare il filo di cresta al di sopra di detto salto. Seguirlo lungamente superando sezioni di roccia più o meno compatte alternate a piccoli nevai, le difficoltà in roccia raramente arrivano al 3°. Si oltrepassa una evidente zona composta da risalti di roccia grigia a cui fa seguito un’affilata crestina che porta ai gradoni rocciosi antecedenti la cresta nevosa sommitale. Questa più che una cresta affilata si presenta come il dorso ampio di un pendio e va a morire contro le ultime rocce che spezzano l’uniformità della calotta nevosa sommitale. Si cerca il passaggio migliore nei canalini nevosi formati dalle costole, ( max 45°) per approdare all’ultimo pendio interamente nevoso che porta sulla cresta, volgendo a sn in breve si raggiunge il punto culminante. ( ore 4/5 dalla capanna)

Discesa :
Dalla vetta percorrere la cresta nevosa occidentale sino ad un piccolo gendarme roccioso, abbandonarla poco prima divallando sul lato sud per brevissimo pendio ripido sino al pianoro sottostante, dove solitamente si trovano le tracce che portano al colle del Lys 4248m grossomodo verso SO. Proseguire verso S lungo il ghiacciaio del Lys orientale passando sotto i seracchi della Piramide Vincent, un breve ma ripido pendio ci consente di mettere piede sul sottostante ghiaccio del Garstelet. Percorrerlo in piano passando a sn ( senso di marcia ) del promontorio roccioso dove sorge l’evidentissimo rifugio Gnifetti 3611m sino a raggiungere a quota 3500 circa la bastionata rocciosa che lo delimita a meridione. ( Solitamente in tutto questo tratto si trova un ampia traccia, anche se bisogna rimanere vigili ai numerosi crepacci circa ore 1.30 dalla vetta ) Percorrere una delle numerose vie di discesa della bastionata sino a mettere piede sul ghiacciaio d’Indren puntando prima verso E quindi S alla vicina stazione di arrivo della funivia. Dove la traccia piega a S proseguendo in mezza costa sempre verso E si raggiunge la vecchia stazione della funivia. Da qui seguendo l’ottimo segnavia 6c verso S lungo la dorsale che divide la valle di Gressoney da quella di Alagna si giunge al passo dei Salati 2936m dove convergono numerosi impianti a fune. Raggiungere il vicino rifugio Città di Vigevano ( versante Alagna), dove troveremo il comodo sentiero con segnavia 5 che ci porta lungo il vallone D’Olen direttamente alla stazione di partenza degli impianti di Alagna. ( ore 4.00 circa dalla bastionata tra ghiacciaio di Garstelet e Indren in tutto 3300m di dislivello dalla vetta )
Due bellissime giornate passate in ottima compagnia dei due Roby e di Lorenzo hanno caratterizzato questa bella galoppata favorite anche da una buona meteo.

Foto 1 Il tracciato
Foto 2 Crestina nella parte alta
Foto 3 Piramide Vincent e Punta Giordani da nord


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