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   Pizzo Cappuccello mt.2714, 17/11/2012
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Onicer  piccolo giò   
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota attacco  2640 m
Quota arrivo  2714 m
Dislivello della via  74 m
Difficoltà  PD- ( pendenza 45° )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Curò - chiuso
Attrezzatura consigliata  n.d.a. invernale
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Partiamo come al solito in località Grumetti e risaliamo da subito il sentierino in mezzo al bosco che sbuca poi in corrispondenza della carrareccia che sale dal paese.
Da qui solito tracciato che porta al Rifugio Curò, con la sola variante del tratto ripido che parte appena dopo il primo tornante appena fuori dal bosco.
Arrivati al Rifugio solita breve sosta, ricompattiamo il gruppo e via, destinazione Valmorta.
Scendiamo con cautela dietro al rifugio, alcuni tratti sono ghiacciati, e all'altezza della diga scopriamo con enorme piacere che il passaggio sulla stessa è aperto, come si suol dire: chi ben comincia......
Continuiamo con un lungo traverso che sale dolcemente compiendo un semicerchio, poi una serie di tornanti e alcuni passaggi un poco esposti, ma attrezzati con catena fisse, ci depositano sopra il laghetto di Valmorta, gelato.
Siamo girati a nord e la neve è abbondante, mentre prima invece non ve n'era traccia alcuna, perciò calziamo da subito i ramponi anche perchè la neve si è fortemente compattata, addirittura marmorea e levigata dal vento.
Erano anni che non trovavo la neve in queste condizioni, progredire 'galleggiando' sopra di essa senza sprofondare è bellissimo, per un peso mediomassimo come me, una goduria.
Proseguiamo stando costantemente sotto le rocce terminali della lunga cresta ovest, che conduce anch'essa in vetta al Cappuccello (ma solitamente la si sale d'estate, per ovvie ragioni di sicurezza) e potendo scegliere noi la direzione migliore da intraprendere, con qualche ripido canale e superando un paio di balze rocciose, eccoci 'sbucare' nell'ampio vallone di destra che porta verso l'evidente Pizzo Cappuccello e più avanti il Cavrel.
Ora viste le condizioni della neve, invece di prendere in direzione dell'evidente bocchetta del Cappuccello, saliamo più a destra dritti su parete bella ampia e con pendenza costante intorno a 30/35°.
Poi invece in corrispondenza della 'bocchetta' aumenta a 40° fino ad arrivare a fianco a delle placche di roccia vicino ad un evidente spuntone, dove con un cordino facciamo sicura, per poi aggirarlo a destra su di un ripidissimo scivolo anch'esso con neve stramarmorea fino 45° e oltre, che porta dopo alcuni metri (una decina) sulla sua labile e stretta crestina di vetta.
C'è poco spazio sia per le foto che per una pausa mangereccia, ci godiamo così in solitaria 'riflessione' quei pochi attimi di sincera felicità che questa bellissima salita ci ha regalato.
Poi con altrettanta paziente attenzione torniamo sui nostri passi e ridiscendiamo nell'ampio pianoro completamente innevato, ora che le difficoltà sono ormai lontane ci 'abbandoniamo' in un rilassante anche se misero pic-nic coccolati da un caldo sole di fine autunno.

Partecipanti: giovanni (piccolo giò) anna (dagli occhi blu) evelino (lino) katy col marito luciano (orso grigio).

foto 1 - compagni di viaggio
foto 2 - ultimi ripidi metri
foto 3 - mitico Recastello



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