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   Val D'Arigna-Bivacco Resnati-Bivacco Corti- Sella di Scotes, 05/09/2010
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Onicer  calimero   
Gita  Val D'Arigna-Bivacco Resnati-Bivacco Corti- Sella di Scotes
Regione  Lombardia
Partenza  Armisa  (1041 m)
Quota arrivo  2780 m
Dislivello  1740 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Bivacco Corti
Attrezzatura consigliata  da escursione + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Ci sono momenti che bisogna riuscire, a volte, a cogliere al volo….
Il programma prevedeva, per domenica 5, l’esplorazione della Val D’Arigna dal versante del bivacco Resnati/Corti, con possibile puntata al pizzo di Scotes.
Ma il sabato il socio mi “ordina” ,alle 14, di essere pronto in meno di un ora.
Cambiamento di programma : saremmo andati a dormire al Bivacco Corti…..
Per cui, vista l’allettante novità, ed ottenuta dalla consorte la dispensa regia, si parte in fretta e furia alla volta di Arigna …
Dopo Ponte in Valtellina, prendiamo la deviazione a dx per Arigna/Briotti e superato un ponticello stretto proseguiamo verso Briotti fino alla deviazione per Armisa.
Qui, su sterrata sempre più stretta arriviamo alla Centrale, quota 1.041, dove lasciamo la macchina e alle 17,30 cominciamo a salire prima su carrareccia evidente fino all’alpeggio di Forni, quota 1.296, poi su bel sentiero fino alle Baite Michelini.
Qui lo scenario che si presta davanti agli occhi è impressionante. La dolcezza dell’alpeggio, dove già fanno capolino i primi riflessi autunnali , contrasta con la maestosa testata della val d’Arigna con la Nord del Coca, Il Dente di Coca, la Cima di Caronno, lo Scotes e il Pizzo degli Uomini…
Dopo le Baite Michelini si giunge per sentiero evidente alla deviazione che conduce a dx al bivacco Corti e a sx al Resnati.
Fidandoci della Compass ( grrrrr… ), decidiamo di salire prima al Resnati ( che raggiungiamo in breve. Bello il bivacchetto e meravigliosa anche la vista sulla parte bassa della valle ) per poi raggiungere il Corti.
E qui cominciano i primi problemi.
Nessun bollo, nessun ometto indica la traccia per il bivacco, per cui saliamo per direzione logica ( verso la vedretta del Lupo ) fino a che arriviamo a una placca rocciosa che ci obbliga ad una deviazione verso un dosso sormontato da croce in ferro piegata.
Da qui, guadiamo il torrente e risaliamo sulla placca in roccia viscida e bagnata con passaggi fino al II grado e poi per cengia erbosa/rocciosa per poi uscire alla base della vedretta del Lupo. Traccia in ogni caso sconsigliata, se si vuole raggiungere il Corti meglio decisamente seguire il sentiero normale.
Comincia ad imbrunire, e riusciamo a malapena a scorgere il bivacco Corti, vero nido d’aquila, che raggiungiamo pochi minuti prima che faccia buio, dopo 2,50 h dalla partenza e una salita a perdifiato...
Cena (…) veloce e poi il sonno dei giusti.
Al mattino la favolosa alba ci regala un’ambiente straordinario e assolutamente selvaggio.
Partiamo per cui in direzione dello Scotes ma già i primi metri di pendio dopo il bivacco sono su sfasciumi fastidiosissimi.
Dopo una prima rampa oltrepassiamo calzando i ramponi una vedrettina per poi attaccare un rovinoso ( in tutti i sensi ) canale di sfasciumi con pendenza 40° dove, per ogni ogni passo in avanti, se ne fanno 3 all’indietro e dove sembra di essere, realmente, sotto il tiro dell’artiglieria per tutti i sassi che si evitano. Saldeg mi bombarda , involontariamente, ogni metro e io farei lo stesso con chi, malauguratamente, si trovasse dietro di me….
Inoltre, le rocce in appoggio sulla sx del canale dove cerchiamo di appoggiarci ( max II ) si sfaldano letteralmente in mano, creando situazioni non proprio piacevoli.
Dopo il canale , un piccolo nevaio porta ad un secondo canale, sempre sui 40°, che è anche peggio del primo.
Alla sella prima della cresta, a quota 2.750, decidiamo che ne abbiamo abbastanza di fare da bersaglio mobile e un occhiata alla qualità della roccia ( pessima ) dello Scotes ci fa decidere che possiamo , della sua vetta, anche farne tranquillamente a meno….
Per cui ridiscendiamo i due canalini tirando tutte le imprecazioni possibili e torniamo al bivacco da cui , tramite il sentiero della normale, completiamo un bel giro ad anello che ci riporta alle Baite Michelini, a Forni e poi alla macchina.
Riassumendo :
Positivo : l’ambiente fantastico ed assolutamente selvaggio, veramente tra i più suggestivi delle Orobie.
Negativo : la qualità della roccia e dei canali, veramente pessima e friabile. Qui non è questione di difficoltà o meno, ci sono montagne che abbiamo salito decisamente più difficili dello Scotes. Qui è questione di andare in montagna giocando alla roulette russa sperando di non essere centrati da qualche sasso vagante……beh…..non ci è sembrato il caso….
Alla prossima !
Partecipanti : Calimero e Saldeg
FOTO 1 : Alba sulle Orobie, dal Bivacco
FOTO 2 : Al Bivacco Corti
FOTO 3 : Nei canali, tra gli sfasciumi
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