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Pizzo Stella (canale centrale), 30/05/2011 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | acattaneo |
Regione | Lombardia |
Partenza | Rifugio Chiavenna (2042 m) |
Quota attacco | 2700 m |
Quota arrivo | 3163 m |
Dislivello della via | 400 m |
Difficoltà | AD ( pendenza 45° ) |
Esposizione in salita | Nord-Ovest |
Rifugio di appoggio | Rifugio Chiavenna |
Attrezzatura consigliata | doppia picozza, ramponi, caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Accettabili |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Prima volta sul Pizzo Stella, si decide di tralasciare la salita dalla normale, che usaremo invece nella discesa, e passare per la direttissima del canale centrale.
Arrivati a Fraciscio il sabato poco prima delle 19, parcheggiamo l'auto nel parcheggio in fondo al paese (1440mt) e seguiamo lo sterrato indicato dal cartello "Angeloga". Il sentiero è ripido sin da subito, così in poco più di 1h raggiungiamo il rifugio Chiavenna (2042mt). I gestori del rifugio ci accolgono ormai a danze finite per la cena ma gentilissimi, lasciati gli zaini e cambiati nell'accogliente stanza, ci rifocillano con una cena completa, comprensiva di creme caramel da leccarsi i baffi. Due chiacchere con i vicini di tavolo e poi a nanna, sveglia alle 5.15 per essere sul sentiero non più tardi delle 6; il brutto tempo del venerdì ha portato in quota circa 30cm di neve, e nessuno conosce le effettive condizione del percorso di salita. Il canale è esposto a Nord e il sole arriva in tarda mattinata, ma vogliamo essere in vetta prima del suo arrivo. In circa 1h 30' arriviamo all'attacco del canale; davanti a noi alcuni alpinisti si sono avventurati sul canale e sono già a metà dell'opera, e questo ci conforta sulla portanza della neve. Attacchiamo il canale di neve superando un primo salto di roccia, tenendolo sulla destra; da qui la strada è solo dritta, con l'accortezza di mantenere la parte sinistra del canale; la recente nevicata non rende la salita particolarmente agevole, quelli che ci precedono scaricano continuamente nel gradinare, e per noi sarebbe stato meglio avere due picozze per rendere la salita più sicura. Il vento è insistente, ci accompagnerà per tutta la salita, lisciando velocemente i solchi creati Prossimi alla cima, intorno ai i 3000 metri, ci sono più possibilità di avanzare sotto lo sperone di roccia: noi tagliamo obliquamente verso destra per alcuni metri, sino a riprendere la salita che ci porterà sino alla vetta (4h circa) La fatica è appagata dal panorama che si gode a 360 gradi; rimpiazziamo le energie perse con cibo e liquidi, foto e subito prendiamo la via normale per non rimanere intirizziti dal vento. Il primo pezzo di discesa è piuttosto lento: la neve fresca rende instabile il passo, si sprofonda facilmente e i primi 200 mt di dislivello sono piuttosto insidiosi tra la pendenza, roccette e sfasciumi di roccia. Il sole è ormai sopra le nostre teste, caldo e luminoso; ogni minuto che passa rende la neve sempre più inconsistente, ma la nostra meta è ormai raggiunta e possiamo solo godere della discesa. A quota 2600 lasciamo il canale centrale di salita sulla destra, ormai luccicante sotto i raggi del sole, orgogliosi della nostra piccola impresa. Raggiungiamo il rifugio, una piccola pausa e dritti verso il parcheggio per recuperare l'auto, riprendere la strada del ritorno cercando di anticipare il traffico delle gite fuori porta. Un grazie a Giuseppe che mi ha seguito in questa impresa...della domenica! FOTO 1: sotto il canale centrale FOTO 2: lungo la salita FOTO 3: panorama dalla cima |
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