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   Palon de la Mare-Cevedale da Pejo alla Malga Mare, 06/04/2014
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Onicer  darioalpago      
Gita  Palon de la Mare-Cevedale da Pejo alla Malga Mare
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Pejo  (2900 m)
Quota arrivo  3769 m
Dislivello  1400 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Varia
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Poco da aggiungere al report di Karisma.
I ghiacciai sono ben chiusi le condizioni della neve molto stabili nei limiti del timing.
Oltre invece il manto è martoriato dal sole anche alle alte quote dove si trova neve bagnata a 3300.
Tutto tracciato ed evidente rampanti utili sulla traccia diretta alla Palon.

Dopo il bel Vioz di martedì ho voglia di sfruttare la bella scoperta di Pejo e accontentare Luca con cui si parlava tanto dei forni.
Partiamo a notte fonda per arrivare alla prima corsa dall'ultima funivia della stagione.
Questa possibilità ci consente di fare giri ambiziosi anche in giornata, e così la fantasia corre sulle creste mentre cerchiamo le stelle oltre il parabrezza dell'auto.
Scolliniamo il Tonale mentre la Presanella si ammorbidisce in un alba pallida e carica di sogni.
Un bel tran tran al parcheggio e poi via tutti su tra Taviela, Colle del Vioz e Linke, in un chiacchericcio che si diluisce nel dislivello.
Arrivati al Colle del Vioz si scende per puntare direttamente alla Palon de la Mare attraversando il ghiaccio che prosegue il suo coro a bocca chiusa proprio come martedì con l’aggiunta di due dita di neve fresca che sanno di voci bianche.
Arrivati alla base della Palon ci sono un paio di inversioni ostiche, ma con pazienza su torna tutto tranquillo e sereno con il Vioz e la Linke in bella vista.
Luca non è in formissima ma non molla e con un pò di attenzione arriviamo sulla spalla dove ci accoglie il Gran Zebrù e la nord del San Matteo la sfida per eleganza.
Pochi passi e tocchiamo il rametto della croce di vetta che spunta dalla neve, mentre alzando la testa la cresta che muore al Cevedale fa desiderare di dubitare allo stesso tempo.
Sosta con thè e grana e il thermos di Luca scivola verso malga mare…
nuvoloni si alternano tra Vioz e San Matteo facendo emergere dubbi sul da farsi ma dopo una breve consultazione decidiamo di continuare verso il Rosole valutando il meteo con la possibilità di scendere eventualmente dalla vedretta de la mare.
Scendiamo su neve divertente fino al bivacco Colombo dove il sole illumina il Cevedale...elegante e irresistibile...
decisione presa si continua!

Ripelliamo risalendo direttamente al passo del Rosole passando velocemente sotto alcune cornici che ogni tanto lasciano qualche sassolino ma con buona traccia si passa in sicurezza.
Girato il passo ci abbraccia il Cevedale con la Zuffal spitzen illuminati da un sole invidiabile ma Luca mi dice che non si sente vuole riposare.
Un pò di discussione per decidere il da farsi, e salgo ancora un pò per vedere tracce di discesa più morbide rispetto al passo del Rosole che data la pendenza e il caldo preferirei evitare.

Non mi interessava particolarmente il Cevedale visto che l'avevo già ripetuto alcune volte, ma quel sole e quella croce di legno chiamano nonostante i dubbi legati alla discesa e a Luca che pensavo mi raggiungesse a breve…purtroppo non sarà così.
Sto bene...
Sto molto bene…
e mi ritrovo a spingere questi passi inutili e così importanti per gli occhi e l'istinto che per un attimo forza i dubbi a favore di un desiderio che posso toccare non solo con gli occhi…
Mi affaccio finalmente sulla valle del Cedec quando un muro di nebbia mi fa crollare sulla cima..
tutto cambia..
Quello che volevo evitare mi investe con forza ricordandomi dove sono e quanto sia brutta la progressione strumentale..
Via le pelli, su il piumino e il vento riporta una finestra di visibilità tanto per raccogliere i ricordi toccando l'ultima volta croce di vetta.
Sembra una cosa passeggera ma il Gran Zebrù ha più che un cappello quindi bisogna utilizzare il protocollo Baglioni…
Scendo in fretta verso Luca con cui sono un pò in disaccordo per un incomprensione di comunicazione perché volevo scendere dal ramo sinistro ma raggiungendolo bisogna fare un bel traverso..
Purtroppo Luca è stato male e allora si sciolgono le tensioni per scendere al meglio possibile insieme perchè è insieme che si fanno le cose belle come questa traversata.
Riusciamo a prendere il ramo sinistro sopra la seraccata dove la neve e bagnata come poche volte avevo visto!
Luca nonostante l'abbassamento di quota non si riprende ma fino alla fine del ghiacciaio gli tiro un po’ il collo per scendere il più in fretta possibile da eventuali crepacci e soprattutto dalle nuvole che scorrono sul Cevedale.
Arriviamo al rifugio Larcher e ci rilassiamo un attimo mentre il sole torna a cercarci con decisione…
Da qui ho qualche ricordo della discesa che avevo tentato tanti anni fa ma per tagliare finiamo su fondi di valanga poco divertenti..
Un po di rosario con l'ebbrezza che porta l'aroma dell'alta quota ci portano a malga mare e alla diga dove mettiamo gli sci sulle spalle sperando di incontrare un’improbabile passaggio per Pejo...
Camminiamo mentre i ghiacciai si ritraggono dietro di noi che scavalchiamo massi caduti sulla strada ,quando incontriamo inaspettatamente una famiglia di bresciani che inconcepibilmente è lì.
Gli chiediamo un passaggio che gentilmente ci viene concesso facendoci realizzare lo stupore dell'incontro che cresce ad ogni km che risparmiano alle nostre gambe..
saranno tanti…
Ma il ringraziamento più grande va alla montagna che si è lasciata importunare dalla nostra irriverenza e che ci ha regalato i contorni di una bella amicizia schietta e senza paura..


Insomma tanta roba..
Buone sciate a tutti..
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