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Bivacco Giannantonj_Pian di neve, 28/10/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Alpe |
Gita | Bivacco Giannantonj_Pian di neve |
Regione | Lombardia |
Partenza | Loc. Fabrezza_Albergo stella Alpina (1450 m) |
Quota arrivo | 3168 m |
Dislivello | 1750 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rif. Prudenzini |
Attrezzatura consigliata | Ramponcini leggeri |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Il Pian di Neve è la madre di tutti i ghiacciai trentini. E' un piatto catino di ghiaccio, sospeso tra terra e cielo e forma il più vasto ghiacciaio italiano. Come l'acqua in un catino pieno ha tracimato in più punti e si è riversato verso valle a nord dando origine a tre scivoli gelati: la vedretta della Lobbia, del Mandrone e del Pisgana. Verso sud il catino è sorretto da pilastri e pareti di roccia più verticali che si tuffano nelle valli laterali che si staccano dalla val Camonica. La val di Salarno è una di queste. Ha origine in località Fabrezza dove risalendo alcuni pendii si giunge alla diga del Lago di Salarno e poco oltre si guadagna il Rif. Prudenzini piccolo e spartano punto di appoggio della valle. Qui si apre un magnifico anfiteatro dominato dalle giuglie rocciose dei corni di Salarno dove sorge il bivacco Giannantonj a 3168 m appollaitao su uno sperone roccioso a picco sulla valle. La visione della piccola costruzione in lamiera gialla dal fondo della valle pare un miraggio. In realtà il sentiero è ottimamente segnato e tracciato ed in circa 5 ore (pause comprese) raggiungiamo con Nick il passo di Salarno. E' una bella giornata di sole, i pilastri di roccia ci riparano dal vento e procediamo in maniche corte gustandoci la salita. Rimontato il colle, compare d'improvviso il Pian di neve, e siamo investiti da forti raffiche di vento che non ci abbandoneranno più. In breve siamo al bivacco, e nonostante il sole siamo costretti a rinchiuderci dentro. Sulla porta è presente una grande vetrata che ci permette di godere del bellissimo panorama: a sinistra la vetta dell'Adamello, ed il Corno Bianco, a destra il Monte Fumo e la calotta glaciale del Dosson di Genova, appena dietro spuntano le appuntite vette rocciose delle Lobbie, in mezzo il grande catino di ghiaccio. Il bivacco è stato recentemente ristrutturato: ha 6 posti letti su tavolato con panni e cuscini. Non sono presenti materassi, ne luce nè gas, nè attrezzatura da cucina. L'acqua è reperibile dal ghiacciaio che si trova pochi metri sotto il bivacco. Una breve perlistrazione sul pian di neve ci convince che il vento, seppur forte, è sopportabile se si sta in movimento, la consistenza della neve è buona e portante, e decidiamo di salire sulla vicina cima dell'Adamello la mattina seguente. Alle 19.30 siamo già dentro al sacco a pelo sotto 5 panni per cercare di scaldarci. Le raffiche di vento non danno tregua ed imperversano per tutta la notte sballottando la piccola casetta gialla. Alle prime luci dell'alba il cielo è coperto e la vetta dell'Adamello è dentro le nubi persa nel vento. In breve ci prepariamo e scendiamo a valle comunque contenti della nostra visita a questo posto magico, probabilmente il più bel bivacco dell'Adamello.
Le condizioni "discrete" si riferiscono al forte vento che ha condizionato i due giorni. L'itinerario in senso fisico si presentava in ottime condizioni, con assenza di neve sino a 2800, da li al bivacco tracce di neve. Pian di neve bello bianco e luccicante, secco, ma in buone condizioni |
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